Castagne allesse partenopea

Le castagne allesse, "lesse", alla napoletana erano conosciute e consumate dal popolino già nel XVII secolo. Messer Giacomo Castelvetro, viaggiatore, e scrittore di viaggi, già le citava nei suoi appunti e parlava delle castagne "allesse" alla napoletana e del modo in cui venivano cotte. Nel suo libro "Brieve racconto di tutte le radici e le erbe e di tutti i frutti che crudi o cotti in Italia si mangiano" : «Di castagne se ne cuociono poi in acqua sola, e queste chiamasi lesse, le quali vengono più dai fanciulli e dalla bassa plebe, che dagli uomini civili e maturi, mangiate». A Napoli le castagne lesse si chiamano "allesse", diverse dalle castagne "palluotte", perché le prime sono sbucciate prima di metterle nel brodo, mentre le seconde vengono cotte con tutta la buccia. Le "allesse" vengono consumate nel "cuoppo" in dialetto, cartoccio in italiano, tutt'ora cuoppo viene usato in senso dispregiativo verso una persona, soprattutto nei riguardi di una donna dalle forme sgraziate. Nella La gatta Cenerentola di Roberto De Simone si parla di "'o scampolo di allesse", ma viene rivolto all'uomo. Anche Antonio De Curtis, in arte Totò, che amava le donne, lo indirizzava a un uomo nel suo ritornello «Miss mia cara Miss, nu' cuoppo allesse io divento per te» cantava nel film del 1958, Totò a Parigi.

Anche in altre parti d'Italia si mangiano le castagne lesse ma a Napoli le "allesse" hanno un piccolo segreto. L'accorgimento sta non solo nello sbucciarle prima di metterle nel loro brodo, ma anche nell'aggiunta di foglie di alloro. In questo modo si ottengono gustose e morbide castagne lesse. I tempi passati mi ricordo si consumavano a colazione, invece oggi sono anche consumate a fine pasto, dopo cena, nelle serate autunnali. La raccolta delle castagne preannuncia l'inizio delle serate più fredde e umide. I detti antichi napoletani lo preannunciavano: «Cuoppo 'allesse! Quanno siente 'allesse nuvelle, accuoncete 'e scarpe e accattete 'o 'mbrello!». I proverbio suggerisce di farsi aggiustare le scarpe pesanti e di acquistare un ombrello per fronteggiare l'arrivo della stagione fredda e piovosa. Anche Matilde Serao ne parla descrivendo il mangiare popolare nella Napoli del suo tempo: «Per un soldo una vecchia dà nove castagne allesse, denudate della prima buccia e nuotanti in un succo rossastro».

L'usanza di comprare le allesse era solita anche sull'isola di Ischia dove c'era una donna soprannominata la Pelessa che vestita con un abito lungo fino ai piedi e avvolta da uno scialle di lana per ripararsi dal freddo, con tanto di capelli arrotolati a forma di "tortano" sulla testa, ogni mattina sedeva su una sedia impagliata, sbucciando castagne. Non le caldarroste che sono abbrustolite, ma le castagne "allesse", che con abilità e disinvoltura cuoceva con foglie di lauro in una grande caldaia adagiata su di un ceppo di fuoco sul marciapiede. Durante i mesi freddi e umidi dell'inverno ischitano, i ragazzini, prima di andare a scuola, si fermavano lì davanti, in via Luigi Mazzella, nel centro storico a Ischia Ponte, per comprare 5 lire di "allesse" nel "cuoppo".

Ingredienti

  • 700 gr castagne
  • 4 foglie di alloro
  • acqua q.b.
  • sale q.b.

Procedimento

Pulire le castagne e privarle della buccia esterna, avendo cura di lasciare la pellicina interna. Metterle in un tegame e ricoprirle di acqua fredda, un pizzico di sale e le foglie di alloro. Quando l'acqua inizia a bollire, fare cuocere le castagne per circa 1 ora, controllando la cottura, affinché non diventino eccessivamente morbide da sgretolarsi. Una volta cotte, lasciarle riposare un pò, poi successivamente pelarle finché calde privandole della pellicina rossa e gustarle calde. Quelle che avanzano lasciatele con la pellicina rossastra nel loro liquido e riscaldarle prima di consumarle.


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